Le grandi sfide: Cuneo e Modena
L'andamento si rovescia nel 1995/96, l'unico innesto di peso è quello di Shadchin, ucraino, al centro, la stagione viaggia così e così con il terzo posto in regular, qualche passaggio a vuoto e due finali sfortunatissime: in Coppa Italia a Firenze contro Cuneo e soprattutto in Coppa Campioni a Bologna contro Modena un nonnulla e qualche fischio arbitrale dubbio impediscono la vittoria, che però alla fine arriva sotto forma di secondo scudetto: la finale con Cuneo è decisa alla quarta partita con un muro di Bernardi che scatena persino l'applauso dello sportivissimo pubblico piemontese.
Al termine Montali, dopo 5 anni, dà l'addio, destinazione Grecia, al suo posto un ex mai dimenticato, quel Kim Ho-Chul che era stato tra i pionieri orogranata; cambia anche l'opposto, da Ravenna il fuoriclasse russo Dimitry Fomin sostituisce Zorzi, e c'è Gravina al centro della rete, ma sono gli strascichi delle Olimpiadi di Atlanta che privano gli orogranata di Bernardi per tutta la stagione o quasi. Solo nei play off si vede la vera Sisley, e la finale scudetto contro Modena è quanto di meglio possa proporre questo sport.
Gara 4, Sisley in vantaggio 2 gare a 1, 13-11 nel tie break per Treviso, al Palaverde, ma ancora una volta il palasport di casa resta tabù e Giani e compagni riportano la serie a Modena per gara 5, dove, esausti e in condizioni fisiche difficili, cedono le armi ai rivali gialloblù.
Il riscatto l'anno successivo, nella stagione 1997/98 quando, dopo il subentro in panchina di Daniele Bagnoli verso la fine della stagione, inizia una marcia trionfale incredibile che porta alla vittoria in Coppa Cev (la terza) a Rieti contro i belgi del Knack Roeselare e in campionato in tre gare contro Cuneo, per il terzo scudetto della storia.