La seconda era Bagnoli

Siamo alla stagione 2001-02 con il clamoroso ritorno di Daniele Bagnoli in panchina e la vittoria immediata in Supercoppa Italiana ad Agrigento contro Macerata (dove è finito Gravina, sostituito al centro dal supertalento toscano Alessandro Fei). Bernardi, il capitano, alla sua ultima stagione con Treviso viene nominato "Giocatore del Secolo" dalla FIVB, Van de Goor si ammala e perde la stagione da dicembre in poi, ed alla fine non ci sono grandi soddisfazioni, anche se la finale scudetto contro Modena, eterna rivale, si decide per pochi palloni a favore degli emiliani.

L'estate 2002 è quella di un'altra rivoluzione, l'addio a Bernardi dopo 12 stagioni e quello agli altri veterani come Vullo, come Van de Goor, come il grande Fomin, dà spazio ai giovani e al vivaio inesauribile de La Ghirada: Papi è promosso capitano, tornano Tencati al centro, Vermiglio in regia, Cisolla viene spostato in banda, ben 5 giocatori su 12 vengono dal settore giovanile ed in attacco viene ingaggiato il più alto giocatore della storia-Sisley, l'opposto russo "Stas" Dineikin, 216 centimetri. Una squadra nuova quindi, una scommessa che la società orogranata vince alla grande: regular season sempre condotta in testa, una maturità di gruppo sorprendente, un Grande Slam fallito di un soffio. Già alle Final Eight di Coppa Italia, giocate tra Trento e Bolzano, si sfiora la vittoria nella finale con Macerata, che supera Papi e compagni solo in rimonta al tie break; ma la sconfitta viene metabolizzata in energia positiva, e nella festosa cornice del Palazzo del Turismo di Jesolo la primavera regala la vittoria in Coppa Cev, una sorta di rivincita proprio contro la Lube, una vittoria che consegna definitivamente al nuovo gruppo di Bagnoli la patente di "grande", pronto per le sfide play-off. Nei quarti di finale della post season tocca a Cuneo arrendersi senza troppe resistenze, ma la semifinale mette a dura prova le risorse fisiche e mentali della Sisley, costretta a cinque feroci battaglie contro Milano degli ex Montali e Milinkovic. Ne fa le spese Cisolla, costretto a saltare le gare centrali della serie, ma anche il nipponico Kato fa il suo dovere. Le partite sono splendide, in garatre grazie ad un Fei da fantascienza (oltre il 90% in attacco, 28 punti!) si riemerge da 0-2 al Palaverde, poi alla quinta partita il fattore campo viene rispettato, e si va alla "solita" finale con Modena, targata Kerakoll. Ormai pero' la Sisley è un treno, e dopo la garauno andata male in terra emiliana, ancora due tie break decidono garadue e tre al Palaverde. Ma le risorse dei giovani trevigiani non sono ancora finite, e per la seconda volta nella sua storia la Sisley vince lo scudetto, il suo sesto, proprio nella casa dei rivali storici, il Palapanini, con un muro del bomber Dineikin che fissa il punteggio sul 3-1 finale.