Un atleta orogranata nel Caos di Parigi: Sebastiano Santi ci racconta l'orrore di una notte

a cura di Claudio


Abbiamo deciso di pubblicare questo articolo, dopo aver sentito tramite messaggio (le comunicazioni sono difficili oggi e lo ringraziamo tanto) il nostro atleta Sebastiano Santi che si trova in gita scolastica a Parigi e che ha vissuto l’inferno di Parigi nella notte tra il 13 e il 14 Novembre, perché riteniamo che questo attacco non sia un attacco alla Francia, ma sia un duro colpo per tutta la popolazione Europea. Pensiamo che quella gente uscita di casa per qualche ora con l’idea di divertirsi, di mangiare qualcosa, di bere un aperitivo sia gente francese, ma poteva essere gente italiana, inglese, tedesca…persone. E’ stato colpito uno stadio, poteva essere un palazzetto come quelli in cui noi di Volley Treviso siamo abituati ad andare con le nostre famiglie. Si è voluto diffondere il terrore e di questo terrore vogliamo parlarvi, per sentirci più vicini, per aiutare a far conoscere cosa vuol dire tutto questo. Non vogliamo fare rotocalco, vogliamo mandare un pensiero alla gente francese, gente come noi.


“Eravamo a goderci la serata sotto alla Tour Eiffel con la mia classe (2° e 3° B del Liceo Canova ndr) – racconta Sebastiano Santi - quando d’improvviso le strade si sono riempite di pattuglie della Polizia e di sirene sfreccianti di ambulanze. Inizialmente non ci abbiamo fatto caso, come tutte le scolaresche in gita che scattano selfie, che si affacciano alla maestosità della Torre, che scherzano tra amici.
Un compagno, per caso, dal telefonino legge che ci sono state delle esplosioni e delle sparatorie e diffonde la notizia. In un attimo è scattato il panico”.

E poi Seba?
“E poi i professori hanno recuperato e raggruppato immediatamente il gruppo, si stava scatenando il panico per le strade. La freddezza della guida è stata provvidenziale. Ci ha indirizzato al Teatro Nazionale al riparo, ci dicevano che la gente sparava per le strade, non capivamo. Volevamo rientrare in Hotel. La guida decide di farci salire in metropolitana. Le notizie continuavano a susseguirsi con continui aggiornamenti, con l’elenco dei morti che saliva come un numeratore. Con due cambi di Metropolitana siamo riusciti ad arrivare dopo un ora all’uscita migliore per raggiungere il nostro Hotel e dopo dieci minuti tutti i trasporti pubblici sono stati chiusi. E’ stata blindata la città”.

Cosa avete trovato all’uscita della Metro?
“Il nostro Hotel si trova a 1 km dal Bataclan, al nono arrondissement, quindi molto molto vicino al luogo dove sono stati tenuti in ostaggio dai terroristi quel gruppo di persone che stava assistendo al concerto. Il tragitto dalla Metro all’Hotel è stato un inferno. Posso tranquillamente dire che è stata la notte più brutta della mia vita perché arrivati in camera, ovviamente, eravamo tutti collegati alla TV per vedere cosa stesse accadendo, per capire se era sogno o realtà.
In quel momento viene diffusa la notizia che i terroristi sparavano a raffica per le strade e che si stavano avvicinando al nostro quartiere. Non riesco a descrivere quale erano le sensazioni in quel momento, c’era solo silenzio e sgomento”.

Oggi Seba, Parigi com’è?
“Oggi è ripresa la circolazione delle auto, almeno in quest’area. Leggiamo e vediamo che l’allerta è altissima, ma noi siamo chiusi in Hotel e non possiamo muoverci, non vogliamo muoverci. Le comunicazioni sono limitate, ma fortunatamente stiamo tutti bene e nessuno di noi ha concretamente toccato da vicino questo orrore”.

Vuoi concludere con un pensiero?
“Non so cosa ci abbia salvato, le sensazioni sono ancora un frullatore all’interno di noi. E’ stata una notte molto difficile, infinita, e oggi è tutto grigio, nessuno ha voglia di sorridere. E’ toccato ad altri, ma potevamo essere noi”.

Ringraziamo Sebastiano per la sua testimonianza, domani le due classi salvo complicazioni rientreranno a Treviso. #PrayforParis #wearefamily.

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