ETTORE MICHIELAN: “LA MIA SFIDA PIÙ GRANDE, TORNARE IN CAMPO DOPO LA DIAGNOSI DI TUMORE. ORA MI SENTO PIÙ FORTE”

a cura di Valentina

Ci sono storie che vanno raccontate. Non necessariamente per il lieto fine, ma anche e soprattutto per quello che insegnano e per lo spaccato di vita vera, vissuta pienamente nel bene e nel male, che riescono a dare. Una di queste storie è quella di Ettore Michielan, libero orogranata classe 2003, che proprio oggi, 21 dicembre 2020, festeggia un anno dal suo ritorno in campo dopo aver sconfitto un tumore.

Un ragazzo che ha trovato il suo modo di affrontare la malattia sforzandosi di rimanere sé stesso: un sedicenne con tanta voglia di scherzare, di sorridere e di non prendersi troppo sul serio. Sembra un’impresa ardua per chiunque, ma Ettore ha capito ben presto che era una necessità: “Dopo la doppia terzoventricolostomia che ho subito (creazione di un piccolo canale artificiale nel cervello per far defluire il liquor, ndr) ho ricevuto tantissime visite: parenti, amici e ovviamente la ‘family’ di Volley Treviso. Ho sempre chiesto a tutti di continuare a trattarmi normalmente, sono un tipo a cui piace scherzare e questo non doveva cambiare. Rimuginare tristemente su quanto sia ingiusta la malattia non fa guarire”. 

Non sono mancati di certo i momenti di sconforto: le terapie sono pesanti e, per un giovane pallavolista con la smania di tornare in campo, ogni giorno senza il pallone è un’eternità. “Le prime sedute di radioterapia sono state angoscianti – spiega Ettore - Dovevo restare immobile, letteralmente inchiodato al materassino senza poter nemmeno aprire gli occhi, solo dentro a un macchinario chiuso. I minuti non passavano mai. Ma se devo indicare un momento in cui mi sono sentito davvero solo, dico la ripresa della vita normale. Tante cose che mi sembravano semplici non mi riuscivano più e sono entrato nella spirale del ‘perché proprio a me?’. Ho chiesto di poter avere un supporto psicologico, cosa che fino a quel momento non mi era sembrata necessaria. Il punto di vista oggettivo della psicologa mi ha davvero aiutato a realizzare alcune cose e ad uscire da quel momento negativo”.

A fine agosto 2019, Ettore inizia gradualmente la preparazione con la squadra, l’U18/serie C. Dopo mesi fatti di piccoli grandi traguardi, a dicembre può tornare in campo: sabato 21 dicembre, dopo che gli viene fatto credere che per un problema al referto elettronico non può far parte del roster, Ettore si vede consegnare la maglia da gioco nientemeno che da Alessandro Farina, il libero dell’epopea Sisley, e dal presidente della società David Moro: “Sono scoppiato in lacrime. Dopo 9 mesi potevo tornare a giocare. Ho guardato la mia famiglia sugli spalti, soprattutto i miei genitori che sono stati i miei compagni di percorso, in ogni momento. Hanno saputo tirar fuori dei momenti bellissimi in un contesto non semplice”.

Ma come si vede Ettore oggi? “Dopo oltre un anno e mezzo dall’inizio di tutto mi vedo cambiato, eccome. Do più peso alle cose che sembrano banali e vivo ogni cosa con molta più emozione. Ho imparato che è inutile intestardirsi a voler fare le cose da solo. E che ci vuole costanza, ma soprattutto un obiettivo. Il mio era tornare a giocare e ce l’ho fatta. Sento di avere un enorme debito nei confronti di tutti quelli che mi sono stati vicino e di chi mi sta dando fiducia e mi sembra di non riuscire a ripagarlo. Lo so, non dovrei sentirmi così ma… ci sto lavorando”. 

Ci sono storie che vanno raccontate e fortunatamente i loro protagonisti a volte trovano la forza di farlo, nonostante tutto il dolore che porta riviverle, anche solo nei ricordi. E noi siamo fortunati per aver potuto ascoltare dal nostro Ettore la sua storia.

 

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